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I popoli del mondo per la Palestina libera
di Amedeo Curatoli
La dissennata politica dello Stato d’Israele ha acceso, ancora una volta, i riflettori sulle vicende tragiche del popolo palestinese che in Gerusalemme vive in contatto con i sionisti, mentre, a Gaza, è ammassato in una esigua striscia bagnata dal Mediterraneo orientale.
Lunedì scorso più di 330 palestinesi sono rimasti feriti dopo che la polizia israeliana ha fatto irruzione alle 8,30 del mattino, nella moschea di Aqsa, nella parte orientale di Gerusalemme. E proprio in quel giorno nella moschea si celebrava la festa religiosa del Ramadan. È per questo che i militanti di Gaza, come risposta a tale sanguinosa repressione hanno lanciato missili su Israele, per la prima volta, dopo 7 anni.
Ieri, giovedì 13 maggio, vi sono stati violenti scontri fra arabi ed ebrei in alcune città israeliane. Nella città di Lod -secondo il corrispondente Declan Walsh- “il governo israeliano ha inviato rinforzi della polizia di frontiera per cercare di scongiurare i peggiori disordini civili degli ultimi decenni. Netanyahu ha affermato che ora, non c'è minaccia più grande di queste rivolte".
Le stragi prodotte dagli indiscriminati bombardamenti aerei israeliani su Gaza, dove hanno perso la vita anche bambini, devono aver inorridito i paesi e i popoli d’Asia, Africa e America Latina.
Valutiamo le vicende del mondo immersi nell’epoca storica in cui ci è capitato di vivere. Da questo punto di vista possiamo dire che la storia è sempre attuale. Ad un fronte progressista mondiale, in ascesa, se ne oppone uno reazionario, in declino, morente.
Da che è accaduto per la prima volta che i poveri, gli sfruttati, hanno preso nelle loro mani il potere ed espropriato i vecchi detentori del potere, da quel momento il mondo è cambiato. La fine delle classi sociali contrapposte produrrà la fine delle guerre e l’umanità diventerà adulta. I cittadini delle varie nazionalità ed etnie coabiteranno in armonia senza scannarsi vicendevolmente.
Ma occorreranno delle rivoluzioni armate (che non sono pranzi di gala), e i fucili dovranno ancora sparare prima di essere definitivamente sotterrati. Non ci vorranno secoli o millenni. Lo vedranno i nipoti o pronipoti della nostra attuale epoca storica.
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