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Venezuela. Dialogo fra governo e opposizione, ma i comunisti si oppongono
di Luca Bagatin
In questo periodo, con la mediazione del Messico e della Norvegia, si stanno avviando – a Città del Messico - tentativi di dialogo fra il governo socialista del Venezuela - presieduto da Nicolas Maduro - e esponenti dell'opposizione, fra i quali Juan Guaidò, il quale ha fallito ogni tentativo di golpe, nonostante fosse sostenuto dagli USA e dall'UE.
Tali prove di dialogo non sono comunque state digerite dal Partito Comunista del Venezuela (PVC) che, pur su posizioni critiche, in passato aveva appoggiato il governo Maduro.
Il Comitato Centrale del PCV, in un comunicato, parla infatti di “accordo tra élite borghesi”.
Un accordo formato “Da un lato, dal governo di Nicolas Maduro e la dirigenza traditrice del Partito Socialista Unito (PSUV), che rappresentano gli interessi dei potenti nuovi ricchi nati dai contratti statali. Dall'altro, la destra guidata da Juan Guaidò, Henrique Capriles e i partiti socialdemocratici in rappresentanza della borghesia nazionale tradizionale e degli interessi dei monopoli transnazionali statunitensi ed europei”.
Un accordo che, secondo i comunisti venezuelani, mette a rischio “le nostre conquiste e i nostri diritti” aggravati dalle “sanzioni illegali imperialiste” (riferendosi alle sanzioni imposte al Venezuela da USA e UE, che vorrebbero cacciare Maduro dal governo, nonostante sia stato legalmente rieletto).
Il comunicato continua affermando che: “mentre il dialogo genera risposte rapide alle richieste dei datori di lavoro di pagare meno tasse e liberare i prezzi, vengono respinte le richieste dei lavoratori di uno stipendio pari al paniere alimentare di base e contro i licenziamenti illegali”.(...) “Denunciamo davanti al popolo venezuelano che l'obiettivo dei colloqui messicani è consolidare il patto borghese per la distribuzione della ricchezza del Paese tra capitalisti nazionali e stranieri, imponendo allo stesso tempo un pacchetto di aggiustamento economico antipopolare. Tutto questo, inoltre, garantendo grottesca impunità a quanti hanno accumulato grandi fortune e sono protetti dalla corruzione, nonché a coloro i quali hanno promosso sanzioni straniere illegali contro il Paese e si sono appropriati delle risorse della nazione”.
(…) “La classe operaia, i contadini e le forze popolari devono costruire l'alternativa popolare rivoluzionaria di fronte al nuovo patto tra le élite”, conclude il comunicato, che è una netta presa di distanza sia dal governo che dall'opposizione.
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