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L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato. La famiglia. Parte II

L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato. La famiglia. Parte II

di Friedrich Engels

Quello stadio primitivo della società, nel caso che sia veramente esistito, appartiene a un'epoca così lontana che noi difficilmente possiamo aspettarci di trovare tra i fossili sociali — i selvaggi ancora esistenti — dirette testimonianze della sua passata esistenza. Il merito di Bachofen consiste appunto nell'aver posto questa questione in primo piano nella sua indagine.

È diventato recentemente di moda negare questo stadio iniziale della vita sessuale dell'uomo. Si vuole risparmiare all'umanità questa «vergogna». E precisamente ci si richiama, oltre che alla mancanza di ogni prova diretta, principalmente all'esempio del rimanente mondo animale. Da esso Letourneau (Evolution du mariage et de la famille, 1888) ha raccolto numerosi fatti secondo i quali, anche qui, un commercio sessuale assolutamente promiscuo può appartenere soltanto a uno stadio alquanto basso. Ma da tutti questi fatti posso concludere solo che essi non provano assolutamente nulla per l'uomo e per le sue condizioni di vita nell'età delle origini.

Gli accoppiamenti di più lunga durata tra i vertebrati si spiegano sufficientemente con cause fisiologiche, per esempio negli uccelli, con il bisogno di aiuto da parte della femmina durante il periodo della cova; gli esempi di fedele monogamia che esistono tra gli uccelli non provano nulla per gli uomini poiché questi non derivano certo da uccelli. E se una rigorosa monogamia è il culmine d'ogni virtù, la palma spetta alla tenia che in ciascuna delle sue proglottidi o segmenti del corpo, che vanno da cinquanta a duecento, possiede un completo apparato sessuale maschile e femminile e passa tutta la vita ad accoppiarsi con sé stessa in ciascuno di questi segmenti. Ma se ci limitiamo ai mammiferi, troviamo tra loro tutte le forme di vita sessuale: promiscuità, tracce di matrimoni di gruppo, poligamia, monogamia. Manca solo la poliandria, a cui poteva arrivare solamente l'uomo.

I nostri stessi prossimi parenti, i quadrumani, ci offrono ogni possibile differenziazione nel raggruppamento di maschi e di femmine; e se noi restringiamo ancora di più i limiti e consideriamo solo le quattro scimmie antropomorfe, Letourneau sa dirci soltanto che queste ora sono monogame ora poligame, mentre Saussure, citato da Giraud-Teulon, sostiene che sono monogame. Anche le affermazioni più recenti fatte da Westermarck (History of Human Marriage, London, 1891) in favore della monogamia delle scimmie antropomorfe, non sono per nulla probanti. In breve, le notizie che abbiamo sono tali che l'onesto Letourneau fa le seguenti ammissioni: «Del resto non esiste nei mammiferi assolutamente nessun rigoroso rapporto tra il grado dello sviluppo intellettuale e la forma del commercio sessuale». Ed Espinas (Des sociétés animales, 1877) aggiunge:

L'orda è il più alto gruppo sociale che possiamo osservare tra le bestie. Essa è, a quel che sembra, composta di famiglie, ma già fin dall'inizio, famiglia e orda sono in contrasto: esse si sviluppano in rapporto inverso.

Come mostra ciò che abbiamo detto, sulle famiglie e altri gruppi sociali delle scimmie antropomorfe, di veramente preciso non conosciamo pressoché nulla. Le notizie sono indiretta contraddizione l'una con l'altra. Né c'è da meravigliarsene. Se piene di contraddizioni e bisognose di analisi critica e di vaglio sono le notizie che possediamo sulle tribù umane allo stato selvaggio, di gran lunga più arduo è l'osservare società di scimmie che non sia l'osservare società umane. Fino a prova contraria, dunque, dobbiamo respingere ogni conclusione tratta da tali informazioni, assolutamente malfide.

Invece, la frase di Espinas, da noi citata, ci offre un miglior punto d'appoggio. Orda e famiglia, negli animali superiori, non si completano reciprocamente, ma sono in contrasto. Espinas espone assai felicemente come la gelosia dei maschi, in periodo di calore, renda rilassati o temporaneamente sciolga i vincoli in ogni orda.

Dove la famiglia è molto compatta, solo in rari casi eccezionali si formano orde. Invece, dove libero commercio sessuale o poligamia dominano, l'orda si forma in modo quasi spontaneo... Perché un'orda possa formarsi, i legami familiari devono essersi rilassati e l'individuo deve essere ridivenuto libero. Perciò tanto di rado troviamo tra gli uccelli orde organizzate... Tra i mammiferi invece troviamo, in certo qual modo, società organizzate, precisamente perché qui l'individuo non si dissolve nella famiglia... Il sentimento comune dell'orda in sul nascere non deve quindi aver avuto peggior nemico del sentimento comune della famiglia. Non esitiamo ad esprimerci nel senso che se si è sviluppata una forma sociale più alta della famiglia, ciò può essere accaduto solo per il fatto che essa ha assimilato in sé famiglie che avevano subito un radicale cambiamento; il che non esclude che queste famiglie abbiano trovato, più tardi, precisamente perciò la possibilità di ricostruirsi in condizioni infinitamente più favorevoli (Espinas, op. cit., citato in Giraud-Teulon, Origines du mariage et de la famille, 1884, pp. 518-520).

E evidente dunque che le società animali hanno un certo valore per trarre conclusioni retrospettive sulle società umane, ma un valore solo negativo. I vertebrati superiori conoscono, per quel che ne sappiamo, solo due forme di famiglia: poligamia e coppie separate; in entrambe è ammesso un maschio adulto, solo un marito. La gelosia del maschio, insieme legame e limite della famiglia, mette la famiglia animale in antagonismo con l'orda. L'orda, la forma superiore di associazione, diventa qui impossibile, e là si rilassa o, durante il periodo di calore, si dissolve e, nel migliore dei casi, il suo sviluppo progressivo viene ostacolato dalla gelosia dei maschi. Solo questo basta a dimostrare che la famiglia animale e la società umana primitiva sono cose tra loro incompatibili e che, nello sforzo di sollevarsi dalla ferinità, gli uomini primitivi, o non conobbero la famiglia, o al massimo ne conobbero una che non esiste nel mondo animale.

Un animale inerme come era l'uomo che si andava formando, poteva tirare avanti in piccolo numero anche in quell'isolamento, la cui superiore forma sociale è la coppia separata, quale Westermarck, sulla scorta di resoconti di cacciatori, attribuiva al gorilla e allo scimpanzé.

Per uno sviluppo che esca dalla animalità, per il compimento del più grande progresso che la natura presenta, ci voleva un ulteriore elemento: la sostituzione della scarsa capacità di difesa dell'individuo mediante la forza unita e la cooperazione dell'orda. Il passaggio dalle condizioni in cui vivono oggi le scimmie antropomorfe allo stato umano sarebbe veramente inspiegabile; queste scimmie danno assai più l'impressione di essere rami collaterali smarriti che vanno incontro a graduale estinzione e che, in ogni modo, sono in declino. Questo solo basta a respingere ogni conclusione che porta ad un parallelismo tra le loro forme di famiglie e quelle degli uomini primitivi. La tolleranza reciproca dei maschi adulti, la mancanza di gelosia fu però la prima condizione per la formazione di tali gruppi alquanto vasti e duraturi entro i quali soltanto poté compiersi il passaggio dall'animale all'uomo. E in effetti, qual è la forma di famiglia che noi troviamo come la più antica e primitiva di cui possiamo provare inconfutabilmente l'esistenza storica e che ancora oggi possiamo studiare qua e là? Il matrimonio a gruppi, la forma nella quale interi gruppi di uomini e interi gruppi di donne si possiedono reciprocamente e che lascia poco spazio per la gelosia.

Inoltre, troviamo, in uno stadio di sviluppo più tardo, la forma eccezionale della poliandria, che tanto più fa a pugni con tutti i sentimenti di gelosia ed è perciò sconosciuta agli animali. Ma, poiché le forme a noi note di matrimoni di gruppo sono accompagnate da condizioni così particolarmente complicate da rimandare, necessariamente, a forme anteriori più semplici del commercio sessuale e perciò in ultima istanza ad un periodo di commercio promiscuo corrispondente al passaggio dalla animalità all'umanità, i riferimenti ai matrimoni animali ci riportano precisamente al punto da cui dovevamo allontanarci una volta per tutte.

Che cosa vuol dire, infatti, commercio sessuale promiscuo? Vuol dire che le limitazioni proibitive in vigore oggi o in un'epoca anteriore non erano allora in vigore. Le limitazioni della gelosia le abbiamo già viste cadere. Se un fatto rimane ben fermo è che la gelosia è un sentimento sviluppatosi relativamente tardi. Lo stesso vale per l'idea di incesto. Non soltanto originariamente fratello e sorella erano marito e moglie, ma anche il commercio sessuale tra genitori e figli, ancor oggi, è ammesso tra molti popoli. Bancroft (The native Races of the Pacific States of North America, 1875, vol. I) testimonia ciò a proposito dei Caviati dello stretto di Behring, dei Kadiaki della zona dell'Alasca, dei Tinnehs dell'interno dell'America del Nord britannica; Letourneau raccoglie resoconti sugli stessi fatti a proposito degli Indiani Chippeway, dei Cucu del Cile, dei Caraibi, dei Karen dell'India posteriore, per tacere dei racconti degli antichi Greci e Romani sui Parti, i Persiani, gli Sciti, gli Unni ecc.

Prima che l'incesto fosse inventato (ed esso è veramente un'invenzione e per giunta preziosissima), il commercio sessuale tra genitori e figli non poteva suscitare scandalo maggiore delle unioni tra persone appartenenti a generazioni differenti, e ciò accade anche oggi persino nei paesi più filistei senza suscitare grande orrore. Perfino «zitelle» attempate che hanno passato la sessantina sposano talvolta, se hanno abbastanza denaro, giovanotti trentenni. Ma, se togliamo dalle forme familiari più primitive che conosciamo le idee di incesto collegate ad esse, idee che sono totalmente diverse dalle nostre, e che di frequente sono in diretta contraddizione con esse, giungiamo ad una forma di commercio sessuale che si può chiamare solo privo di norme. Privo di norme, in quanto che le limitazioni imposte più tardi dal costume non esistevano ancora. Ma da ciò non conseguono affatto necessariamente, nella prassi quotidiana, confusione e disordine. Non sono affatto esclusi temporanei accoppiamenti singoli; i quali infatti nei matrimoni di gruppo formano la maggior parte dei casi. E se il più recente sostenitore della inesistenza d'un tale stato di cose primitivo, Westermarck, indica col nome di matrimonio ogni stato di cose in cui il maschio e la femmina rimangono appaiati fino alla nascita della prole, c'è da dire che questa specie di matrimonio poteva benissimo incontrarsi nello stato di commercio sessuale promiscuo, senza contraddizione con la promiscuità, cioè con l'assenza di limitazioni poste al commercio sessuale dalla consuetudine.

Ultima modifica ilMartedì, 15 Novembre 2022 14:40
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