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A 50 anni dalla Rivoluzione Culturale - Antologia di documenti
di Mario Eustachio De Bellis
Prefazione - (agosto 2016)
Il 50° della Rivoluzione culturale proletaria in Cina offre l'opportunità per il movimento operaio e comunista di riflettere sul significato storico e sugli splendori e limiti di questa grande esperienza che ha caratterizzato la fase finale della vita del grande dirigente del movimento comunista internazionale, Mao Tse Tung e della fase socialista della Cina.
La Rivoluzione culturale proletaria (RCP) è stata il tentativo delle masse giovanili, proletarie e contadine e di larga parte dei quadri del Partito Comunista Cinese di rivitalizzare il socialismo e cercare di impedire che la Cina procedesse lungo la strada della restaurazione capitalistica già avvenuta nell'Unione sovietica come effetto lungo del XX congresso - di cui ricorre anche il 60° anniversario.
La RCP cinese rappresenta il nuovo tentativo di assalto al cielo prodotto dalle masse nella fase del socialismo e il primo organico tentativo di un'uscita a sinistra dalla crisi del socialismo dopo l'affermarsi del revisionismo in Russia.
Riparlarne a cinquant'anni di distanza ci sembra essenziale per tutti coloro che mantengono ferma e chiara la prospettiva storica del socialismo come società di transizione verso il comunismo, realizzabile solo su scala mondiale.
La RCP è l'esperienza storica di milioni di giovani che affermano uno slogan in sintonia con l'intera ribellione della gioventù degli anni '60. È giusto ribellarsi", dalle Guardie rosse dilaga in tutto il mondo e in particolare nei paesi occidentali, fondendosi con l'opposizione alla guerra del Vietnam, al maggio francese, al biennio rosso italiano del 68/69, ecc.
La Comune di Shanghai afferma il principio che nel socialismo fondamentale è che la classe operaia deve dirigere tutto. Così come afferma in quegli anni la linea di sviluppare la produzione e continuare la rivoluzione, con una rinnovata critica per imporre il primato degli interessi popolari e il controllo effettivo di contenuti e metodi nella produzione per il socialismo.
Centrale in questa esperienza è però il problema del potere socialista. La necessità di ridare vita ad organismi di potere dal basso, a comitati rivoluzionari, la necessità che il proletariato e le masse popolari si impadroniscano in maniera sempre più concreta e creativa della sfera della sovrastruttura (cultura, arte, scuola, educazione, mezzi di comunicazione di massa, indagine scientifica); la necessità che nelle fabbriche venga attaccata la divisione del lavoro, il dominio dei tecnici sui meccanismi di produzione e che la classe operaia anche nel campo della produzione metta la politica e i suoi interessi strategici come punti di riferimento; la necessità che il Partito comunista abbia un ruolo dirigente nello Stato di dittatura del proletariato e nella transizione comunista e che questo è possibile solo se riesce a portare avanti una lotta continuata e senza quartiere agli elementi della burocrazia, ai privilegi dei nuovi mandarini o della nuova "Borghesia rossa", che trovano fondamento nella continuità dell'esistenza delle classi e strati nella società socialista che portano a deviazione e degenerazione che mettono a rischio la costruzione del socialismo. Straordinario fu l'impatto della RCP nello sviluppo del nuovo internazionalismo. Redazione di "Proletari Comunisti" Edizioni "La Città del Sole"
Questa antologia di documenti è di grande attualità e utili per la costruzione di un Fronte ampio Unito popolare, sociale, democratico antifascista e antirazzista, per la costruzione di un Partito comunista per la Rivoluzione in Occidente a fianco dei Paesi Socialisti tra cui la Cina, da cui c'è ancora molto da imparare.
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