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Chi vuole realmente la proprietà comune dei mezzi di produzione e distribuzione della ricchezza?
di Manuel Santoro
Nel titolo di questo mio intervento pongo un quesito certamente non banale. Ovvero, esiste il campo del socialismo e del comunismo anticapitalista; esiste poi il campo della cosiddetta sinistra, non necessariamente anticapitalista, di conseguenza quinta colonna del capitale e costantemente al lavoro nel prendere per i fondelli la classe sociale delle lavoratrici e dei lavoratori salariati.
Non tratterò in questo intervento di questo ultimo osceno fenomeno, già ampiamente trattato in passato, ma dedicherò queste righe al campo anticapitalista nel quale navigano diverse soggettività socialiste, essenzialmente noi di Convergenza Socialista, e comuniste. La questione aperta è comprendere, verificare quali siano però le finalità politiche di tali forze e se tali forze, proprio perché avverse alla centralità del capitale, lavorino per la proprietà comune, e non privata, dei mezzi di produzione e di distribuzione della ricchezza. Naturalmente, il concetto di proprietà comune è intimamente connesso all’idea di comunità. Il socialismo, dopotutto, è il sistema della società che si basa sulla proprietà comune e sul controllo democratico dei mezzi e degli strumenti di produzione e di distribuzione della ricchezza nell’interesse dell’intera comunità”[1].
Chi, quindi, nel campo anticapitalista ha chiaro l’obiettivo politico del superamento del capitalismo, della sostituzione materiale del capitalismo con il socialismo, il ché significa superamento del lavoro salariato, annullamento del profitto, passaggio dalla proprietà privata alla proprietà comune dei mezzi di produzione e di distribuzione della ricchezza? Quali forze socialiste e comuniste, oltre noi di Convergenza Socialista, avanzano sul terreno teorico-politico affinché siano comprensibili e chiari ai militanti, alle lavoratrici e ai lavoratori, gli obiettivi politici sopra elencati? La risposta è, secondo la mia modesta opinione, non positiva. Non vedo in effetti un lavoro di divulgazione teorica degli obiettivi politici del socialismo che soprattutto Marx ed Engels, e poi Lenin, hanno con forza rivendicato. Difatti, “essere capitalista significa non soltanto occupare una posizione personale, ma ancora una posizione sociale nel sistema della produzione. Il capitale è un prodotto collettivo; esso non può essere messo in movimento che con gli sforzi combinati di una massa d’individui: in ultimo luogo esso esige per il suo funzionamento gli sforzi combinati di tutti gli individui della società. Il capitale non è dunque una forza personale, ma una forza sociale. Risulta dunque, che quando il capitale è trasformato in proprietà comune, appartenente a tutti gli individui della società, non è una proprietà personale, che è trasformata in proprietà sociale; non vi è che il carattere sociale della proprietà che è trasformato: esso perde il suo carattere di proprietà di classe”[2].
Proprietà comune, quindi, è “uno stato delle cose in cui nessuna persona viene esclusa dalla possibilità di controllare, usare e gestire i mezzi di produzione, distribuzione e consumazione. Ogni membro della società può acquisire la capacità, vale a dire l’opportunità di realizzare una varietà di scopi, per esempio, di consumare ciò che vuole, di usare i mezzi di produzione per i fini di lavoro socialmente necessari o non necessari, di amministrare la produzione e la distribuzione, di pianificare le risorse, e di prendere delle decisioni su scopi collettivi di breve termine e di lungo termine. La proprietà comune, quindi, riguarda ogni potenziale abilità dell’individuo di beneficiare della ricchezza della società e di partecipare al suo funzionamento”[3].
La domanda, quindi, resta. Chi ha realmente come obiettivo politico e strategico, di lungo periodo, la proprietà comune dei mezzi di produzione e di distribuzione della ricchezza nell'interesse dell'intera comunita? Noi certamente poiché lì è il socialismo.
[1] Partito Socialista del Regno Unito, 1904
[2] K. Marx, F. Engels, Il Manifesto del Partito Comunista
[3] J. C. Bragard, Un’indagine sul concetto del comunismo di Marx
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