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Socialismo, prima fase della società comunista
di Manuel Santoro
Il nostro lavoro consiste nel ricercare, affermare la verità. In una società capitalistica, quindi de facto opportunistica e propagandistica delle peggiori pulsioni umane, in costante e inesorabile degrado umano, sociale, politico ed economico, il compito mio, nostro, dei marxisti-leninisti rimane quello di dire la verità.
La verità, certo. Ma a cosa serve la verità e, soprattutto, a chi serve? Nelle nostre società capitalistiche schiavizzate da propaganda e da menzogne per fini economici e di potere in cui la verità quasi non esiste più, essa, la verità appunto, serve ai deboli del mondo, agli schiavi moderni, ai miliardi di lavoratori soggiogati da una élite di potenti senza scrupoli che mente per il mantenimento dell’oppressione e del potere. Il marxista-leninista, il socialista e il comunista, rigorosamente anti-trotskista, non si arrende alle menzogne veicolate dai grandi media e dai grandi strumenti propagandistici di massa, e usa la carta stampata, parola dopo parola, paragrafo dopo paragrafo, scritto dopo scritto, per dire la verità sul chi siamo e su quello che vorremmo e dovremmo essere.
Il nostro compito rimane quello di avviare la società verso l’emancipazione reale dei deboli del mondo, delle lavoratrici e dei lavoratori salariati, ovunque essi siano. Il marxista-leninista non si arrende e racconta verità nascoste, volutamente oscurate, dimenticate. Egli è un po’ storico, un po’ filosofo; un po’ politico, un po’ sociologo. Egli è altresì un educatore poiché rimane prioritaria la formazione di altri militanti per frenare la selvaggia e ingorda élite capitalistica delle nostre società “moderne”. Seppur apparentemente solo, il marxista-leninista è in buona compagnia essendo de facto parte degli oppressi, e sono tanti. Egli è guida e contemporaneamente apprendista. Guida per i suoi simili di classe nel mondo delle verità ripescate dal passato; apprendista poiché continuamente pronto ad imparare e praticare.
Il nostro lavoro teorico, i nostri scritti, la nostra rivista teorica del socialismo, i nostri interventi sul socialismo, vero, non “falso” come chiaramente indicato da Marx, appartengono alla classe sociale dei lavoratori salariati, delle operaie e degli operai, al grande campo degli oppressi del mondo e costituiscono uno strumento di lotta e di riscatto immediato. Ogni opportunità in cui propagandare la verità è da cogliere; ogni strumento che permetta di divulgare la verità è uno strumento del marxista-leninista. Il mio, nostro lavoro, è sia un’opportunità sia uno strumento per la riscossa dei più deboli e indifesi. Emancipiamoci!
La nostra rivista teorica è strumento di educazione e propaganda del marxismo-leninismo, poiché emerge con chiarezza la necessità di discorrere di socialismo appunto, dando uno sguardo approfondito alla sua anima. Questo lavoro, che portiamo avanti con abnegazione e costanza, è il frutto della necessità di percorrere approfonditamente il tragitto evolutivo dell’essere umano, scritto dopo scritto, intervento dopo intervento, dai tempi più primitivi, arrivando ai tempi nostri, contemporanei, e proseguendo nel futuro il quale, auspichiamo, transiti dal socialismo, prima fase del comunismo, per raggiungere la società senza classi sociali. Trattiamo tematiche fondamentali: partendo dagli albori delle società, e ne ricordiamo spesso l’organizzazione economica, sociale e politica, abbiamo l’ardire di discorrere di comunismo compiuto, ovvero di società senza classi, passando da determinate pietre miliari le quali sono tutte biunivocamente legate a modifiche profonde nei rapporti di produzione. Partendo dalla società più primitiva a noi nota e, passaggio dopo passaggio cristallizzati nei cambi strutturali della produzione, giungiamo con i nostri ragionamenti ai nostri giorni, il ché rimane nel campo della ricerca storica. E dai nostri giorni, cerchiamo di capire e di spiegare le condizioni necessarie per l’emersione del corto-circuito capitalistico e la transizione prima al socialismo e, successivamente, al comunismo compiuto, ovvero alla società senza classi.
Mentre ne “Il Manifesto del Socialismo” era emersa la necessità di cristallizzare definitivamente cosa fosse veramente il socialismo rispetto non solo al capitalismo, ma alla sinistra e ai ‘socialismi’ e ‘comunismi’ antimarxisti, il lavoro che mi accingo a fare consiste nell’incastonare la transizione di società dal capitalismo al socialismo all’interno dell’esistenza, passata, presente e futura dell’umanità vista nei suoi cambiamenti epocali e sostanziali i quali sono cambiamenti della e nella produzione dei mezzi di sussistenza. Il lavoro più sfidante non sarà tanto ripercorrere nei dettagli le società precedenti alla storia scritta e dentro la storia scritta, ma scientificamente provare l’esigenza post-capitalistica realizzata dal raggiungimento del socialismo, fase infantile del comunismo, e successivamente del comunismo compiuto. In definitiva, importante sarà dare uno sguardo alle fasi della storia dell’umanità, la quale rimane legata alle modifiche strutturali della produzione; arrivare a discorrere naturalmente della società capitalistica e delle sue storture, inefficienze e crudeltà; discorrere di socialismo e di comunismo avendo in mente l’obiettivo di indicare una via precisa per l’emancipazione della classe lavoratrice. Per chi avesse avuto modo di leggere il mio precedente manoscritto “Il Manifesto del Socialismo”, l’emancipazione reale, tangibile, degli oppressi ha inizio nel socialismo, il quale è la società che emerge in modo naturale dal capitalismo e in cui i mezzi di produzione sono resi di proprietà comune. Tutto il mio lavoro futuro, invece, avrà come cornice l’auspicio di arrivare al socialismo, passo dopo passo, in modo tale da poter finalmente iniziare quel processo di emancipazione di donne e di uomini, ad iniziare dalle lavoratrici e dai lavoratori salariati.
Per dare, invece, un breve richiamo di quanto descritto nel Manifesto, potremmo ricordare che la società socialista viene storicamente e compiutamente definita nella sua funzione primaria sul terreno dello scontro tra capitale e lavoro salariato, poiché si prende coscienza di una lotta tra classi sociali diverse, tra campi avversi, in cui alcuni opprimono mentre tantissimi altri vengono oppressi. Il socialismo è, quindi, compiutamente definito come alternativa strutturale di società, come società altra e diversa che ipotizza un uomo (nel suo significato generale) altro e diverso, poiché parte dal presupposto che siano radicalmente differenti i rapporti di produzione e di distribuzione della ricchezza all'interno della società. Così come devono intendersi differenti i rapporti con il concetto di proprietà. Il socialismo è la prima fase del comunismo ed è parte di un processo in divenire che consiste in una radicale trasformazione della società. Se tale è l'essenza del socialismo, possiamo affermare che essa è stata storicamente tradita, occultata, deformata, spesso dimenticata dai primi revisionismi sino ad oggi. Si è coscientemente deciso di appiccicare etichette estranee al termine “socialismo”, significati malsani e per nulla calzanti, per cui nel tempo l’essenza del termine stesso ha assunto fisionomie molto lontane dall'originale. Tutte, però, con un ingrediente in comune: l’abbandono definitivo della lotta politica per la trasformazione radicale della società e il raggiungimento dell’accordo politico con il capitale.
Ne “Il Manifesto del Socialismo” avevamo enfatizzato la necessità e l’inevitabilità della lotta di classe la quale continua anche nel socialismo; scontro tra classi sociali dagli interessi diversi. Affermavamo che il socialismo è altro, alternativo, opposto, rispetto alla struttura su cui si erge il capitale privato; affermavamo che si persegue la lotta tra classi sociali stando dalla parte degli oppressi, senza compromessi, opportunismi o revisionismi, e in cui si persegue una visione della società basata sulla proprietà comune e il controllo democratico dei mezzi di produzione e di distribuzione della ricchezza per il bene comune.
Si è cercato, di conseguenza, di ridare luce al vero significato della parola socialismo, attivando i canali politici per un revisionismo al contrario.
Chiarito cosa si intende per socialismo, e chiarito che “il nostro compito è riportare il socialismo a casa, dopo troppi decenni, più di un secolo di distorsioni e tradimenti; chiarito che il nostro compito è intraprendere una lunga battaglia politica contro quella collettività di sedicenti socialisti che intendono il socialismo come strumento del capitale per l’addolcimento coatto dell’esistenza schiavizzata dell’essere vivente, andiamo oltre e cominciamo ad allargare la nostra visuale sulla storia dell’umanità e della produzione affinché sia chiaro che il nostro ultimo traguardo è il comunismo compiuto, maturo, ovvero quella società senza classi sociali dove vige il seguente motto: “Ognuno secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni!”[1]
[1] Karl Marx, Critica al programma di Gotha, edizioni bordeaux, 2018, pg. 17