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Organo teorico della Scuola Rossa

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Società e Stato

La società odierna è la società capitalistica, che esiste in tutti i paesi civili, più o meno libera di aggiunte medievali, più o meno modificata dallo speciale svolgimento storico di ogni paese, più o meno evoluta. Lo Stato odierno, invece, muta con il confine di ogni paese. Nel Reich tedesco-prussiano esso è diverso che in Svizzera; in Inghilterra è diverso che negli Stati Uniti. Lo Stato odierno è dunque una finzione. Tuttavia i diversi Stati dei diversi paesi civili, malgrado le loro variopinte differenze di forma, hanno tutti in comune il fatto che stanno sul terreno della moderna società borghese, che è soltanto più o meno evoluta dal punto di vista capitalistico.” [1]

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Teoria, pratica politica, organizzazione partitica, militanza. Solo così realizziamo il Socialismo

Penso siamo in una fase politicamente rivoluzionaria ma bisogna giocare bene la partita. Il percorso che terminerebbe con l’Europa Socialista, che tutti noi auspichiamo, è secondo me differente da una evoluzione graduale che abbia gli stessi attori economici, politici e partitici. Chi ci ha governato sino ad oggi, e non parlo solo della politica ma degli attori economici e finanziari, non ci porterà ovviamente al socialismo. Penso invece che oggi si intraveda almeno la possibilità di fare affidamento su una rivalutazione politica del socialismo in quanto sistema di società strutturalmente alternativo al capitalismo. Per andare oltre e fare in modo che la visione, la speranza per un mondo diverso diventi realtà bisogna lavorare duro, teoricamente e politicamente. Educazione e organizzazione devono essere le direttrici da seguire per arrivare al socialismo realizzato, alla società socialista.

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La lotta di classe è viva. Il socialismo è il futuro

In questi giorni complicati in cui il Paese si ferma, dato anche l’aumento dei contagi, gli Stati capitalisti si chiudono egoisticamente a riccio mentre i Paesi socialisti, perennemente colpiti dall’imperialismo, in costante ristrettezze economiche dovute a crudeli embarghi, tendono la mano a chi nei decenni li ha vigliaccamente colpiti.

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Libri: Il Manifesto del Socialismo

Il socialismo è la prima fase della società senza classi, del comunismo. Oggi, quindi, siamo tutte e tutti socialisti, poiché è compito di tutte e tutti, militanti, conquistare la società socialista per poterci avviare verso la società senza classi. Conquistare, poiché i padroni, i proprietari dei mezzi di produzione e distribuzione della ricchezza non ci daranno mai strada libera. La lotta di classe è reale. Il nostro compito è conquistare lo Stato socialista. Non vi è altro obiettivo per una organizzazione socialista come la nostra. Donne e uomini militanti uniti in questa lotta.

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Il riformismo è un falso socialismo

Riprendiamo gli insegnamenti di Marx ed Engels, i quali sono stati dimenticati poiché il socialismo si è, da lunghi decenni, corrotto con deformazioni revisioniste e opportunitiche. Sin dai tempi di Bernstein, il socialismo ha perso di vista l’obiettivo politico di trasformare la società arrivando alla società socialista.

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Chi vuole realmente la proprietà comune dei mezzi di produzione e distribuzione della ricchezza?

Nel titolo di questo mio intervento pongo un quesito certamente non banale. Ovvero, esiste il campo del socialismo e del comunismo anticapitalista; esiste poi il campo della cosiddetta sinistra, non necessariamente anticapitalista, di conseguenza quinta colonna del capitale e costantemente al lavoro nel prendere per i fondelli la classe sociale delle lavoratrici e dei lavoratori salariati.

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E’ indispensabile evitare qualsiasi concessione teorica nella pratica politica

Ognuno può dunque vedere quanto manchi di tatto il Raboceie Dielo quando agita trionfalmente la frase di Marx: "Ogni passo del movimento reale è più importante di una dozzina di programmi". Ripetere queste parole in un momento di sbandamento teorico, è come "fare dello spirito a un funerale". Queste parole, d’altra parte, sono estratte dalla lettera sul programma di Gotha, nella quale Marx condanna categoricamente l’eclettismo nell’enunciazione dei principi. Se è necessario unirsi - scriveva Marx ai capi del partito - fate accordi allo scopo di raggiungere i fini pratici del movimento, ma non fate commercio dei principi e non fate "concessioni" teoriche. Questo era il pensiero di Marx, e fra noi si trova della gente che nel suo nome tenta di sminuire l’importanza della teoria! [1]

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